sabato 2 febbraio 2008

Il racket passa dal web



In aumento costate i casi di racket nel cyberspazio, un fenomeno tanto diffuso quanto poco conosciuto. Sempre più spesso il cyber-racket blocca i servizi e poi chiede il pizzo

La scoperta del cyber-racket risale all'inizio di questo secolo. Inizialmente si guardava con un certo atteggiamento scettico e canzonatorio a chi denunciava questa forma di illegalità; ipotizzare dinamiche estorsive attuate via Internet con il ricatto di sospendere, interrompere o danneggiare servizi telematici sembrava una boutade. Invece la realtà ha comprovato queste denunce. Un esperto della Central Intelligence Agency, nel corso dello Scada Security Summit 2008, ha raccontato di attacchi in rete i cui dettagli sono diventati "Unclassified".
Tom Donahue, uno dei massimi esperti del settore, afferma che il ritmo di questi attacchi è serrato e colpiscono perfino le centrali elettriche e gli impianti di produzione di energia dislocati fuori dagli Stati Uniti. Donahue aggiunge inoltre che almeno in un caso l'estorsore informatico ha provocato, attraverso il k.o. informatico, il blackout di numerose città. La CIA stessa ha dichiarato l'impossibilità effettiva di risalire al colpevole e, di fronte a numerosi attacchi, negli Stati Uniti sono stati approvati dei nuovi standard di cybersecurity da parte della Federal Energy Regulation Commission.
Per saperne di più visitate il sito del GAT (Gruppo Anticriminalità Tecnologica)

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