venerdì 25 gennaio 2008

Scarabeo network

Ogni giorno 500 mila utenti si trovano online per giocare a Scarabeo, il mitico gioco da tavolo della Hasbro e Mattel. Che rivendicano i diritti sul gioco e vogliono eliminarlo dalla rete

Hasbro e Mattel, le imprese che detengono i diritti sul gioco da tavolo conosciuto in tutto il mondo con il nome di Scarabeo non ci stanno e chiedono a Facebook di eliminare l'applicazione che permetterebbe agli utenti di giocare online. Tale possibilità offerta dalla rete sociale di Facebook è stata un grande successo, tanto che 500 mila persone ogni giorno si ritroverebbero a giocare, con un ritorno economico stimato intorno ai 25 mila dollari al mese, ottenuti dalla pubblicià contestuale. In difesa dei propri interessi hanno deciso di rivendicare i propri diritti. Ma c'è chi sostiene che la mossa delle due compagnie preannunci il lancio di una propria versione digitale del gioco. Addio, dunque alla scacchiera e alle pedine di plastica.
A questo proposito leggete anche il post su webnews.it

privacy... esite ancora??? Facciamo finta di si

Ma davvero credete che i cattivi siano solo le compagnie telefoniche o i colossi come Google?? Siamo tutti spioni ma facciamo finta di niente.

E' di poco tempo fà la notizia del provvedimento finalmente preso del Garante della protezione dei dati personali, nell'imporre la cancellazioni dei dati personali collezionati dalle maggiorni compagnie telefoniche italiane: Vodafone, H3G, Tim e Wind. E' un grosso problema, con il quale si convive e che pultroppo acquista visibilità solo con azioni clamorose e solo se riguarda grosse compagnie, ma il problema della raccolta dati non ruguarda solo gli operatori di telefonia mobile. Chi ormai è immerso nella blogosfera è ovviamente al corrente anche delle varie discussioni su Google e tutti i suoi strumenti...ma davvero pensate di essere protetti in internet? Non sono solo i grandi colossi ad essere interessati ai nostri dati, rlfettiamoci, tutto ormai ruota attorno alle "ricerche di mercato"... e il web 2.0 dciamo che ci sta dando una mano.
Ormai non possiamo più opporci e tutleare la privacy, quando noi siamo i primi a voler condividere la nostra vita con gli altri... purtroppo tutte le piattaforme dei social media sono basate sulla raccolta dati e sulle preferenza dell'utente e questo se da un lato ha innmuerevoli vantaggi, dall'altra è un servigio non indifferente che si offre al marketing, alla pubblicitò e a chiunque produca servizi. E' un dato di fatto, non ci si può più ribellare, dovrebbero chiudere internet. Non è la visione di un apocalittica ma di chi usa costantemente i social network e riempie il web con i suoi dati facendo finta che ad essi accederanno solo i miei amici...
Dal tronde chi di noi, nel suo piccolo, non ha ami fatto spionaggio attraverso internet e i social media???

giovedì 24 gennaio 2008

Il web 2.0 in Italia non parte, parola di Accenture

Uno studio recente di Accenture, società di consulenza globale, dimostra che in Italia non c'è, fra le imprese, attenzione allelogiche del web 2.0. Non si usano software Wiki nè piattaforme social network in ambito professionale. E perdiamo terreno rispetto al resto del mondo

Le aziende italiane non usano web collaborativi per condividere informazioni e lo sviluppo Ict delle imprese è scarso: solo il 14% dei clienti e il 16% dei fornitori utilizzano per le loro interazioni modalità e processi automatici. Il 53% degli Italiani si considera "technology followers" e per questo sono decisamente fra i più conservatori d'Europa. Solo il 3% dei Chief Information Officier si affida a tecnologie Wiki e blog contro il 25% in media degli altri Paesi sviluppati. In Italia solo alcune aziende iniziano a considerare la blogosfera come una canale di comunicazione efficace arrivando a offrire prodotti gratuiti ai blogger di settore per stimolare commenti e recensioni. C'è una visibile apertura verso l'information technology in quegli ambienti in cui sono presenti gruppi di ricerca; mentre la collaborazione con i clienti stenta a decollare.

mercoledì 23 gennaio 2008

Edu 2.0 tools per insegnare e imparare...


Edu 2.0 è un fantastico strumento per l'insegnamento e l'apprendimento, rientra a pieno nell' ottica 2.0 !

Edu 2.0 è un magnifico sito dedicato all'apprendimento e all'insegnamento, è uno tool free che raggruppa al suo interno tante risorse utili e interessanti: classi virtuali, communities, social networking, una biblioteca, messaggi privati, rubriche, quiz, curricula, e altro ancora.
I tool ci sono e anche fatti bene, ora tocca agli insegnanti usarli e diffonderli, ma in Italia vedo questa prospettiva molto lontana...Le risorse che il web 2.0 offre all'insegnamneto sono davvero tante e complete, ma non sempre si è in grado di coglierle, speriamo in un futuro migliore!

Le funzioni offerte da Edu 2.0 sono:

- Diverse tipologie di domande
- Conferenza via web per utilizzare la video conferenza in classe
- Supporto su larga scala.
- Mobile: integrazione con i telefonini.
- Ulteriore supporto della comunità: permette ad insegnanti e studenti di collaborare su attività e ricerche.
- Vari giochi divertenti per facilitare la motivazione e l’apprendimento.
- Tagging
- Evidenza del registro dei voti per la valutazione, le medie e lo scostamento standard, import/export, pagelle frequenza degli studenti, voti, ecc.
- Curricula .
- Importazione/esportazione standard.
- Supporto terza edizione dello SCORM 2004.


Se volete approfondirne il funzionamento, guardate il video-guida (in inglese)
p.s. gli stumenti 2.0 ci sono, ora servono i prof 2.0!

Musei aziendali su Internet fra memoria e marketing


Le aziende aprono "musei" in cui raccontano la loro storia: in questo modo promuovono la loro cultura d'impresa e valorizzano il loro business

Le nuove tecnologie sono al servizio del passato. La storia industriale delle imprese, un tempo ora, diventa digitale, in un'ottica di operazione di marketing. Allestendo musei aziendali, grazie alla figura dell'archivista digitale, conoscitore della storia e suo traduttore sui nuovi media, le imprese accrescono awareness e business, solleticando l'interesse emozionale del cliente-consumatore e delineando la loro identità, ancorandola ad un passato e testimoniando la loro stabilità, tradizione ed affidabilità. Alessi, Ducati, Guzzini, Intesa, Dalmine e Pirelli sono solo alcune delle aziende che gestiscono archivi digitali in rete, molte altre sono quelle che aderiscono al progetto MuseiImpresa, associazione nazionale che vanta due partner prestigiosi come Assolombarda e Confindustria. Nasce la figura dell'archivista digitale, conoscitore della storia e capace di tradurla nel linguaggio moderno dettato dai nuovi media. Investire sul valore storico è un'operazione di marketing in fondo, è un asset economico e permette di valorizzare anche prodotti innovativi.
Il fenomeno è descritto nel libro di Marco Montemaggi, "Heritage Marketing".

martedì 22 gennaio 2008

N.B. Su internt siamo tutti uguali



Bella presentazione sul marketing on-line, il presupposto necessario da cui partire è che su internet siamo tutte uguali, brand e utente.


Navigando tra una delle risorse, a mio parere, più belle del web, slideshare, ho trovato questa presentazione (questa volta in italiano :-) riguardante il marketing su internet, o meglio i presupposti per pensare una strategia di marketing adatta alla rete. La presentazione mi ha colpito per due concetti fondamentali da cui parte e cioè il fatto che su internet siamo tutti ospiti, per cui tutti dobbiamo portare qualcosa, brand, agenzia e utente, la condivisione e la co-creazione sono fondamentali! Altro bel concetto è l'ugualianza dei cittadini della rete, che si parli di un colosso o di una piccola azienda, su internet si hanno gli stessi mezzi a disposizione, anzi lo stesso mezzo: il dialogo! Non si può fare marketing su internet con la stessa filosofia e visione del marketing tradizionale, non funziona! E sopratutto dipende dal prodotto di cui voglio parlare, certo avrò meno cose da dire su un prosciutto (vedi post principessa Piggy) rispetto ad un prodotto di un brand con cui mi identifico e che può offrirmi una esperienza che mi interessi ma soprattutto che mi coinvolga.
Buona visione e riflessione!

Addio Italia...

Chiude Italia.it, il portale che avrebbe dovuto rappresentare il Bel Paese su Internet. E con lui se ne sono andati quasi 6 milioni di Euro...
Dal 18 gennaio è scomparso dalla rete Italia.it, il portale Italia che sarebbe dovuto essere punto di riferimento per turisti stranieri e per tutti coloro alla ricerca di informazioni sul nostro Paese. Il motivo riguarda i 45 milioni previsti per mantenere un sito che, secondo gli esperti, nonostante la complessità e la ricchezza dei contenuti, non avrebbe necessitato più di qualche migliaio di euro. La decisione di chiuderlo è dipesa dal Dipartimento dell'innovazione tecnologica gestito dal Ministro Luigi Nicolais. Francesco Rutelli, coinvolto nella vicenda in quanto Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ha proposto di trasferire la promozione online delle opportunità turistiche italiane all'Enit, che ha il dovere di promuovere il turismo italiano presso i potenziali visitatori e chi se ne occupa professionalmente. L'Enit sta dunque preparando una più efficiente e razionale versione del portale turistico.


Fonte: La Stampa

lunedì 21 gennaio 2008

Red Zee il motore di ricerca 2.0


Red Zee è un motore di ricerca uscito di recente dove è possibile scegliere se fare una ricerca secondo i canoni del web 1.0 o del 2.0.

Red Zee è un motore di ricerca americano uscito da poco che consente di scegliere se fare una ricerca in modalità "standard" cioè secondo i canoni del web 1.0 oppure farla secondo i canoni del web 2.0, ovvero sfogliando gli sceenshot delle home-page, in modo da scegliere la risorsa migliore anche utilizzando la vista! E' possibile anche ricercare immagini, video e file audio/mp3. Altro vantaggio che offre RedZee è la possibilità di filtrare i contenuti pornografici. Inolte la zebra animata dell' home-page è molto simpatica. Povatelo!

Anche i CEO sono bloggers

Gli amministratori delegati delle aziende di tutto il mondo aprono blog per stabilire contatti diretti con i loro consumatori in uno scambio informativo diretto per adeguare i prodotti alle esigenze di chi li utilizzerà

Secondo le logiche del community management le aziende oggi devono essere ricettive alle istanze che provengono dai consumatori: devono ascoltarli e dialogare con loro per capire le loro esigenze e elaborare i prodotti sulla base di queste ultime. Non è più possibile che un'organizzazione sia chiusa in se stessa, inacessibile dall'esterno; dal momento che i mercati diventano "community", luoghi abitati da prosumers, consumatori che utilizzandolo, vanno a modificare il prodotto elaborando nuove soluzioni, anche le aziende devono fare del mondo il loro laboratorio Ricerca e Sviluppo.
Sempre più comune è la tendenza dei CEO, degli amministratori delegati delle imprese, ad aprire canali di comunicazione con i produttori per ascoltare le loro proposte, i loro consigli ed eventualmente le lagnanze e, sulla base di questi, intervenire per migliorare la produzione. Per questo molti CEO gestiscono dei blog su Internet in cui raccogliere i commenti dei navigatori e tenerli aggiornati su ciò che accade all'interno dell'organizzazione.
Si può trovare una lista di blog di amministratori delegati di imprese da tutto il mondo a questo link.