giovedì 3 gennaio 2008

Se il boss ti spia attraverso YouTube...

Oggi i capi aziendali raccolto referenze su Internet e YouTube diventa una finestra che si apre sulle nostre vite, luogo di convergenza fra il nostro lato professionale e privato. E la privacy?

Ti accorgi che i colloqui di lavoro entrano a far parte della tua vita quando diventano un argomento di conversazione fra amici, quando l'università giunge agli sgoccioli, inizi a sentire che tutto ti trascina nel mondo professionale e sei costretto ad esperienze che prima non avresti mai preso in considerazione. Una di queste è, per l'appunto, riuscire a piacere ad estranei e convincerli ad investire nelle tue capacità nell'arco fulmineo di una "chiacchierata". Questo strano incontro relazionale stupisce a tal punto che raccontare i propri colloqui di lavoro ai tuoi amici diventa quasi come raccontare una barzelletta. Esistono diverse tecniche di valutazione dei candidati e diverse prove a cui sottoporli e, tuttavia oggi, nel mondo sdoppiato della realtà reale e virtuale, gli esaminatori raccolgono informazioni sui potenziali assunti attraverso la rete, digitando i loro nomi su Google e su YouTube alla ricerca di materiale compromettente. Mi chiedo se alla fin fine sia affar loro: voglio dire, perchè mai non potrei essere il top manager più brillante della mia generazione ed al contempo amare travestirmi da cavaliere medievale, partecipare alla simulazioni dei tornei alla sagre di paese e pubblicare i miei duelli online? Quanto la mia società ha il diritto di ficcanasare nella mia vita privata? E quanto la mia vita privata potrebbe pregiudicare quella professionale?

D'altra parte le società hanno diritto di raccogliere informazioni sull'eventuale onestà e buonafede dei loro dipendenti: questo presuppone la ricerca online su di loro, volta, per esempio, ad assicurarsi che non ci siano loro video su YouTube che li ritragganno inneggianti a qualche ideologia distruttiva, pronti a compiere una strage.

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